martedì 27 febbraio 2018

RSPP e delega di funzioni



Cassazione Penale, Sez. 4, 31 gennaio 2018, n. 4621 - Caduta delle grate di chiusura delle botole: non è un evento eccezionale solo perchè mai successo prima. La designazione di un RSPP non costituisce delega di funzioni

Nel caso di specie, mancavano le condizioni per prosciogliere l’imputato dal reato contestato, come spiegato dalla Corte di appello in virtù del rinvio alla sentenza di primo grado da cui risulta:

1) che le dimensioni della grata e della botola, la loro ubicazione sopra la posizione lavorativa, il difetto di prescrizioni o accorgimenti sulle modalità di appoggio della grata non consentono, in considerazione della sola mancata precedente verificazione, di qualificare l’evento come eccezionale ed imprevedibile;
2) che manca una delega, da parte dell’imputato, della sua posizione di garanzia, avendo G., quale responsabile del servizio di sicurezza e prevenzione, solo una funzione di ausilio del datore di lavoro nell’individuazione dei fattori di rischio nella lavorazione, nella scelta delle procedure di sicurezza e nelle pratiche di informazione e di formazione dei dipendenti (così Sez. 4, n. 50605 del 05/04/2013 ud., dep. 16/12/2013, rv. 258125,

In tema di prevenzione degli infortuni sul lavoro, gli obblighi di vigilanza e di controllo gravanti sul Datore di Lavoro non vengono meno con la nomina del RSPP (Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione), il quale ha una funzione di ausilio diretta a supportare e non a sostituire il datore di lavoro nell'individuazione dei fattori di rischio nella lavorazione, nella scelta delle procedure di sicurezza e nelle pratiche di informazione e di formazione dei dipendenti;

Sez. 4, n. 24958 del 26/04/2017 ud., dep. 19/05/2017, rv. 270286, la mera designazione del responsabile del servizio di prevenzione e protezione non costituisce una delega di funzioni e non è dunque sufficiente a sollevare il datore di lavoro ed i dirigenti dalle rispettive responsabilità in tema di violazione degli obblighi dettati per la prevenzione degli infortuni sul lavoro)."

Fonte: Amblav

martedì 20 febbraio 2018

Privacy e Fast GDPR Suite



Fastweb da il via a Fast GDPR Suite, la soluzione Business per l'adeguamento al nuovo regolamento generale sulla protezione dei dati. Il nuovo regolamento europeo per la protezione dei dati personali: General Data Protection Regulation (GDPR) entrerà in vigore a partire dal 25 maggio 2018.

Fastweb presenta Fast GDPR Suite, la soluzione business integrata, completa e sicura, pensata per semplificare il percorso di adeguamento delle imprese al GDPR, il nuovo regolamento europeo per la protezione dei dati personali che entrerà in vigore a partire dal 25 maggio 2018.

Fast GDPR Suite è un portafoglio d'offerta che offre alle imprese le migliori soluzioni tecnologiche e organizzative sulla base dell'analisi delle esigenze aziendali. Chiarezza e trasparenza rappresentano un elemento distintivo della proposta di Fastweb, che fornisce la soluzione più adatta solo a fronte di un assessment approfondito dei sistemi e delle procedure aziendali e che viene utilizzato per individuare le principali aree di intervento.  La soluzione si basa sull'esperienza maturata da Fastweb negli ambiti IT Security e Cloud e consente alle imprese di raggiungere e mantenere nel tempo la conformità al GDPR grazie al ricco portafoglio di soluzioni offerte.

La soluzione di Fastweb assicura infatti i più alti livelli di protezione dei dati, un asset strategico per le aziende che, come previsto dal regolamento, dovranno essere gestiti e protetti con una visione integrata e secondo i più elevati standard di sicurezza. Con Fast GDPR Suite le imprese avranno a disposizione gli strumenti più avanzati per mettere in sicurezza i dati dei propri clienti e al tempo stesso proteggersi dagli attacchi informatici, cresciuti del 10% solo nell'ultimo anno e attuati spesso con tecniche sconosciute e sempre più difficili da contrastare con le soluzioni attualmente disponibili sul mercato.

Oltre a permettere una gestione efficiente e sicura dei dati dell'azienda e dei suoi clienti, Fast GDPR Suite assicura la continuità dei processi operativi e dell'accesso ai dati, ad esempio tramite soluzioni di back-up e disaster recovery, anch'esse in conformità al GDPR.

Fast GDPR Suite è erogata infatti attraverso le infrastrutture di ultima generazione di Fastweb come la rete in fibra ottica ultraveloce, il Data Center certificato Tier IV, le piattaforme Cloud & Security avanzate che garantiscono la massima affidabilità del servizio, il tutto con il supporto di un team di professionisti dedicato.

Fonte: Fastweb

martedì 13 febbraio 2018

Attacchi di Panico cause e cura


L’attacco di panico è uno stato di malessere fisico ed emotivo molto forte. La prima volta arriva senza preavviso e differisce da stati d’ansia o paura.

L’attacco di panico è un’esperienza terribile, soprattutto quando giunge per la prima volta. Dura dai 10 ai 20 minuti, ma per chi lo vive sembrano molti di più. Battito accelerato, iperventilazione, sudorazione, tremore e manifestazioni più accentuate come scosse, stordimento, capogiri e svenimenti sono segnali somatici molto forti, ma dipendono esclusivamente da fattori psicologici. La potenza del primo attacco di panico è ampliata dall’inattesa comparsa dei sintomi fisici, alcuni di questi mai accusati prima; non è raro infatti che il soggetto interessato, preoccupato, si rechi al pronto soccorso per accertarsi del proprio stato di salute.

Le cause dell’attacco di panico

Non esiste una risposta unanime che spieghi il motivo degli attacchi di panico, di certo colpisce soggetti già aventi livelli d’ansia e paura superiori alla media, sia per cause genetiche che psicologiche; se si somma a ciò un periodo caratterizzato da pressione e stress, i livelli possono subire delle impennate tali da causare un attacco di panico.

Se gli attacchi di panico diventano frequenti diventa plausibile la diagnosi di disturbo da panico. Le conseguenze che derivano da questo disturbo sviluppano una tenacia psicologica quasi incrollabile che porta il soggetto a evitare tutte quelle situazioni che lo espongono al rischio di avere un attacco di panico. Questo comportamento s’intreccia con tutte le attività quotidiane e diventa di conseguenza assai limitante: si avrà timore di uscire di casa, incontrare gente, guidare, salire su un autobus, si svilupperà quindi in concomitanza l’agorafobia (paura degli spazi aperti), che causerà un inevitabile deterioramento dei rapporti interpersonali.

A lungo andare anche il rinchiudersi in casa potrebbe non essere più sufficiente, ansie come la paura di soffocare o di morire in generale porteranno il soggetto a chiedere l’aiuto dei familiari più stretti, che da quel momento in avanti non dovranno e non potranno mai lasciarlo solo.

Come curare gli attacchi di panico

Viste le cause e le conseguenze, si capisce bene che un soggetto con attacchi di panico vive e fa vivere anche agli altri situazioni insostenibili che alcune volte potrebbero anche aggravarsi in depressioni secondarie; motivo per cui è necessario rivolgersi a uno psicologo in grado di individuare da subito il problema. Appurato che si tratti di disturbo da panico e non di un più lieve stato d’ansia o di paura, lo psicologo inizierà la cura attraverso la terapia “cognitiva-comportamentale”.

La cura mira inizialmente a far realizzare al paziente che i sintomi fisici che avverte non sono generati da un malattia specifica (spesso chi soffre di attacchi di panico si autoconvince di aver gravi malattie), ma sono il risultato di un disagio psicologico derivante da ansia, paura e stress.
Esercizi sulla respirazione e sul rilassamento, così come una dieta sana che escluda caffè, zuccheri e bevande gassate, aiuteranno il paziente a rimodulare anche fisicamente il proprio approccio alle situazioni quotidiane.

Messo a posto il corpo si passa poi alla mente, il centro nevralgico. Al paziente sarà chiesto di valutare con oggettività i propri timori, al fine di comprendere quali pensieri derivano da preoccupazioni reali e quali da esagerazioni non reali. Allo stesso tempo il paziente imparerà a gestire lo stress.
La teoria si può imparare, ma è nell’applicazione delle nozioni apprese che si vede chi ha volontà e chi no. Su questo punto lavora l’ultima fase della terapia: cioè abituare gradatamente il soggetto a interfacciarsi con le situazioni dalle quali rifuggiva, cosicché possa accorgersi da solo che quel continuo nascondersi era insensato, antivitale e che le angosce vissute erano immotivate.

Se la terapia non dovesse funzionare in questi tre passaggi, il percorso di cura potrà essere coadiuvato da un sostegno farmacologico. È bene sottolineare che i farmaci da soli non possono mai in nessun caso risolvere un disturbo da panico, è sempre necessario affidarsi a uno psicologo o un equipe di medici specializzati e intraprendere la terapia “cognitiva-comportamentale”, ad oggi la più efficace e in grado di ridonare ai soggetti implicati una vita serena e autonoma.


martedì 6 febbraio 2018

Smart Toys e privacy



"Smart toys", ovvero giocattoli intelligenti, bambole, peluche, robot in grado di  interagire con le persone e con l'ambiente circostante, registrare suoni, scattare foto, girare video e collegarsi con Internet. 

Questi dispositivi tecnologici, a volte anche con utili funzioni educative, sono però in grado di raccogliere, elaborare e comunicare dati e informazioni di diverso genere - dalla voce alle password, dalle immagini alle e-mail, fino ai gusti, alle preferenze e alle abitudini non solo del minore ma dell'intera famiglia - e presentano quindi possibili rischi per la privacy, soprattutto quella dei più piccoli.

Per questo motivo, il Garante per la protezione dei dati personali lancia una nuova scheda informativa con alcune semplici regole da seguire per far divertire i propri figli senza esporli a violazioni della propria riservatezza. Ad esempio, informandosi su quali e quanti dati potrebbe raccogliere e trattare il giocattolo e per quali finalità, spegnendolo o disconnettendolo dalla rete quando non viene utilizzato, impostando password di accesso sicure per la connessione a Internet dello smart toy, ed eventualmente anche per l'accesso al giocattolo o alla applicazione che lo gestisce.

La scheda, disponibile alla pagina www.garanteprivacy.it/iot/smarttoys è parte di un'ampia serie di prodotti di divulgazione ideati dal Garante per sensibilizzare gli utenti sulle varie tematiche connesse alla protezione dei dati personali e inaugura un nuovo settore dedicato all'approfondimento della tematica dell'Internet delle cose (Internet of Things, o IoT).

La campagna informativa sugli smart toys verrà diffusa anche attraverso i profili social del Garante su Linkedin, Instagram e Google+.