La prevenzione
degli infortuni sul lavoro, dei problemi di salute e delle malattie
professionali, deve essere l’obiettivo principale di qualunque piano di
gestione della salute e sicurezza sul lavoro. Nel contesto dell’ invecchiamento
della forza lavoro è fondamentale la prevenzione durante l’intera vita
professionale, perché la salute delle persone in età avanzata è influenzata,
tra l’altro, dalle condizioni di lavoro negli anni precedenti.

I giovani lavoratori di oggi sono i lavoratori anziani di domani. È essenziale, al di là del precetto normativo, adottare un approccio olistico alla gestione della salute e sicurezza sul lavoro, considerando il luogo di lavoro nel suo complesso nonché tenendo conto e occupandosi di tutti i fattori che possono avere un’influenza più o meno determinante. Questi includono la conciliazione tra vita professionale e familiare, la formazione e l’apprendimento permanente, lo sviluppo della carriera, la motivazione e la leadership. Un esempio di approccio olistico nella gestione della salute e sicurezza sul lavoro è il concetto di capacità lavorativa. La capacità lavorativa è l’equilibrio tra le esigenze lavorative e le risorse individuali e tiene conto anche del contesto esterno al luogo di lavoro, compresa la famiglia e la società.
Il contenuto, il carico e l’organizzazione del
lavoro, nonché l’ambiente di lavoro e la comunità influiscono sulle esigenze
lavorative, mentre le risorse individuali dipendono da salute, capacità
funzionali, competenze, valori, atteggiamenti e motivazione. La leadership può
influire sia sulle esigenze di lavoro che sulle risorse individuali, attraverso
la motivazione e la promozione di un atteggiamento positivo e di valori solidi.
Pertanto, la leadership svolge un ruolo importante nel bilanciare le esigenze
di lavoro e le risorse degli individui. Il concetto di capacità lavorativa
suggerisce la necessità di una sinergia nella gestione della salute e sicurezza
sul lavoro tra le figure responsabili ed individuate dal D.Lgs. 81/08 e s.m.i.,
che tenga conto di tutti gli aspetti che influiscono sul lavoro. La promozione
di una buona capacità lavorativa richiede una buona leadership, la
partecipazione dei lavoratori e la cooperazione tra il datore di lavoro o la
dirigenza e i lavoratori e i loro rappresentanti.
La valutazione dei rischi è un primo passo
indispensabile per prevenire gli infortuni sul lavoro e le malattie
professionali. La legislazione relativa alla salute e sicurezza richiede che i
datori di lavoro svolgano valutazioni dei rischi e sottolinea l’esigenza di
«adattare il lavoro all’individuo» e l’obbligo per il datore di lavoro di
«predisporre una valutazione dei rischi per la sicurezza e la salute sul
lavoro, inclusi i rischi riguardanti i gruppi di lavoratori esposti a rischi
particolari» e stabilisce che «i gruppi a rischio particolarmente esposti
devono essere protetti dagli specifici pericoli che li riguardano». La
diversità e la sua gestione sul posto di lavoro sono attualmente questioni importanti
in materia di salute e sicurezza sul lavoro: tant’è che per più rischi è
riportato l’obbligo di una valutazione che tenga conto dei cosiddetti “fattori
individuali di rischio”. La valutazione del rischio in funzione dell’età
dovrebbe prendere in considerazione le differenze tra gli individui, comprese
le potenziali differenze nella capacità funzionale e nello stato di salute,
oltre alle disabilità e alle problematiche legate al genere. Nel caso dei
lavoratori giovani, occorre prendere in considerazione il loro sviluppo fisico
e intellettuale, l’immaturità e la mancanza di esperienza. Nel caso dei
lavoratori in età avanzata, occorre prestare maggiore attenzione alle
situazioni che possono essere considerate a rischio maggiore, come il lavoro a
turni, gli impieghi con un carico di lavoro fisico elevato e il lavoro in
condizioni di caldo e freddo.
Tuttavia, i lavoratori più anziani non sono un
gruppo omogeneo e le differenze di capacità funzionale e salute tra gli
individui aumentano con l’età. Nel processo di valutazione del rischio occorre
tenere conto della diversità, concentrandosi sulla correlazione tra esigenze
lavorative e capacità e stato di salute individuali. In questo modo, l’enfasi
viene spostata dai gruppi specifici (di età) nel contesto professionale, al
miglioramento delle condizioni di lavoro per tutti. Adattare il lavoro alle
singole capacità, competenze e allo stato di salute (oltre ad altri fattori di
diversità tra i lavoratori, come il genere, l’età, le disabilità, lo status di
migrante ecc.) dovrebbe essere un processo dinamico e costante basato sulla
valutazione del rischio durante l’intero arco della vita lavorativa. Se ciò si
realizza allora il documento di valutazione dei rischi avrà davvero un
significato in termini di miglioramento e prevenzione. Ciò comporta la
considerazione delle caratteristiche legate all’età, compresi i potenziali
cambiamenti nelle capacità funzionali e nello stato di salute, comporta
l’esigenza di una valutazione del rischio che rispetti le diversità tra i
lavoratori e che sia reale e non di un ideale luogo di lavoro.
I cambiamenti nelle capacità funzionali
possono essere affrontati, ad esempio, mediante l’utilizzo di attrezzature e di
altre tecnologie di supporto per ridurre il carico di lavoro fisico; con un
adeguato design ergonomico degli attrezzi, delle apparecchiature e
dell’arredamento; con la limitazione delle manovre di sollevamento di carichi e
delle attività fisiche impegnative; attraverso la formazione circa le tecniche
adeguate di sollevamento e di trasporto; con una buona progettazione
dell’ambiente di lavoro per ridurre al minimo la probabilità di cadute; con
possibilità di recupero, ad esempio mediante pause più brevi e frequenti;
tramite la ridefinizione del lavoro con la rotazione delle mansioni; con
un’organizzazione del lavoro a turni, ad esempio utilizzando un «sistema di
turni a rotazione rapida». Una corretta progettazione dell’ambiente di lavoro e
dell’organizzazione del lavoro offre benefici a tutte le fasce d’età. Inoltre,
nel contesto dell’invecchiamento della forza lavoro, sono sempre più importanti
la riabilitazione e le politiche di sostegno per la ripresa del lavoro in
seguito a malattia, quindi anche in questo ambito diventa elemento strategico
la valutazione dei rischi per coloro che hanno una capacità lavorativa ridotta,
o limitata proprio ai fini della ricollocazione.
Fonte: ASF Toscana
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