È noto come almeno l’80 ‐ 90% degli eventi infortunistici sia indicato statisticamente
dovuto a comportamenti non sicuri e non a condizioni strutturali carenti o a strumentazione
tecnica inadeguata ‐ da notare che, invece, normalmente siamo sempre tentati di
connotare prioritariamente tali cause nella natura tecnica poi, residualmente, alla
natura organizzativa, dimenticando quasi completamente la natura comportamentale
‐ .
L’evidente difficoltà di gestire l’errore
umano ha portato alla considerazione che i comportamenti in sicurezza siano legati
a caratteristiche intrinseche del lavoratore e per questo, a partire dagli anni
‘70, sono stati messi a punto alcuni metodi basati sull’analisi dei comportamenti
umani, e individuazione del successivo intervento migliorativo, al fine del perfezionamento
delle tecniche della prevenzione per la sicurezza sul lavoro.
In questo periodo, un gruppo di psicologi
ha definito il protocollo denominato Behavior Based Safety (BBS), a quei tempi probabilmente
unica disciplina per la sicurezza fondata su leggi scientifiche del comportamento
umano, avendo come obiettivo di contribuire a ridurre il numero degli incidenti
in situazioni negative presenti sui luoghi di lavoro in affiancamento ad altri processi
aziendali mirati al miglioramento della salute e sicurezza, anche questi basati
sul coinvolgimento di tutti i soggetti aziendali (Sistemi di gestione della Sicurezza
aziendali ‐ SGSL ‐ , segnalazione di infortuni mancati, procedurazione, analisi
ambientali e sulla persona, e altro).
Si tratta di una metodologia scientifica
derivata dalle Scienze del Comportamento (Behavior Analysis). Il titolo accademico
(in acronimo PhD) che certifica una preparazione specifica in Behavior Analysis,
Organizational Behavior Analysis e Behavior Based Safety può essere acquisito presso
la Western Michigan University (Usa) e in alcune altre università anglosassoni e
giapponesi.
Secondo Thomas R. Krause, titolato
PhD, co‐Fondatore e Direttore Generale di BST (Behavior Science Technology
International), nel corso degli ultimi vent’anni è stata sviluppata una metodologia
veramente efficace per il miglioramento del la sicurezza, integrando la scienza del comportamento
e lo sviluppo dei princìpi dell’organizzazione e della qualità.
Questo approccio va comunemente sotto
il nome di Behavior ‐ Based Safety (BBS o B
‐ BS) e, ad oggi, un certo numero di aziende lo sta applicando
in maniera eccellente avendone adattato l’applicazione “in loco” attraverso un a
serie di cambiamenti evolutivi.
La BBS è il risultato di svariate correnti
di lavoro separate ed indipendenti ma con un minimo di sovrapposizione. La prima
deriva dal lavoro di analisi del comportamento applicata della psicologa Judi Komaki
(GIT). Komaki faceva parte di un piccolo gruppo di accademici analisti del comportamento
che lavorava sulle prestazioni nell’industria.
All’inizio applicò sperimentalmente
le sue idee in un panificio di famiglia di uno studente e la cosa produsse risultati
evidenti, quantomeno sulle potenzialità della metodologia usata. L’originale studio
della Komaki era stato basato in modo preciso sul feedback della performance, dove
il feedback (commento / coinvolgimento a ritroso) è visto come informazione sulla
performance in relazione ad un obiettivo.
Fonte: UIL
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