
L’attuale sistema di remunerazione degli input dei servizi di trasmissione e distribuzione si fonda sulla legge 290/2003, mira a stimolare gli operatori nel raggiungimento di livelli di sicurezza e qualità del servizio elevati, remunerando con premi e comminando penalità in base alle performance degli operatori, rispetto a target stabiliti. Il quadro regolatorio si è dimostrato adeguato ad attrarre gli ingenti investimenti necessari all’ammodernamento della rete elettrica italiana, a indurre i gestori a comportamenti efficienti e a migliorare la sicurezza e qualità dei servizi di trasporto e distribuzione: nel complesso, dall’avvio della regolazione sono stati investiti oltre 7 miliardi di euro nella trasmissione e oltre 18 miliardi di euro nella distribuzione.
Gli investimenti in infrastrutture di trasmissione nel periodo 2003‐2013 hanno aumentato la capacità di trasferire flussi di energia tra alcun e aree del territorio italiano, attenuando o eliminando strozzature che generavano in precedenza fenomeni di congestione della rete. A mero titolo di esempio, l’effetto immediato del collegamento sottomarino tra Sardegna e continente ha ridotto l a differenza tra il prezzo medio dell’energia elettrica all’ingrosso in Sardegna e quello medio nazionale (il cosiddetto PUN) in maniera significativa. In valore assoluto, e solo considerando le principali 10 opere realizzate da Terna dal 2005 ad oggi, i benefici per il sistema in termini di minori costi generati (2,1 miliardi di euro) hanno già più che compensato l’investimento sostenuto (circa 1,8 miliardi di euro).
Da un confronto internazionale e merge che, a fronte di una qualità del servizio comparabile ai principali competitor europei, il costo per utente del servizio di trasmissione, in Italia, sia in linea con Spagna e Portogallo, mentre risulta inferiore, rispettivamente del 6% e del 36%, rispetto a Francia e Gran Bretagna. Per quel che concerne la distribuzione le capacità tecniche degli operatori hanno consentito un’importante riduzione dei costi operativi delle imprese di settore e miglioramenti significativi della qualità del servizio, tanto che l’Italia si colloca oggi tra i paesi europei più efficienti, con costi medi di distribuzione per utente inferiori rispetto a tutti i competitor europei.
Il positivo risultato della regolazione e delle imprese fino ad oggi non deve però far perdere di vista le importantissime sfide future: in modo parti colare, la necessità di meglio integrare la generazione rinnovabile, sia a livello di trasmissione sia a livello di generazione distribuita, senza che ciò intacchi la sicurezza e la qualità del servizio, richiederà un notevole volume di investimenti nei prossimi anni. Per il solo settore della distribuzione il mercato delle smart grids potrebbe valere da qui al 2020 dai 3 ai 10 miliardi di € in investimenti nel nostro Paese. Per il settore della trasmissione, ammontano a 8 miliardi di euro gli investimenti previsti nei prossimi anni dal Piano di Sviluppo della rete, parte dei quali dedicati all’integrazione delle fonti rinnovabili.
A questo riguardo sarà cruciale, ai fini del contenimento dei c osti per i consumatori, l’introduzione di più efficaci meccanismi di coordinamento delle strategie di sviluppo del parco di generazione, di quelle di sviluppo del sistema di trasmissione e distribuzione e delle misure per promuovere la flessibilità del la domanda di energia elettrica. In assenza di tale coordinamento vi è un elevato rischio che investimenti in sviluppo delle reti basati su aspettative circa l’evoluzione de l parco di generazione che poi non si realizzano si rivelino inutili.
Per saperne di più visitate il sito: www.ergon.palermo.it
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