Kaspersky Lab ha deciso di lavorare con
BioNyfiken, comunità svedese di bio-hacking perché è interessata alla
tecnologia del futuro. Questa partnership è un’opportunità per esplorare questa
tecnologia che sarà sempre più all’ordine del giorno. Nell’ambito di questa
collaborazione Povel Torudd, Head of Corporate Communications Europe e Evgeny
Chereshnev, Chief Mobile Business Officer CMBO di Kaspersky Lab si sono offerti
volontari per farsi impiantare un chip in una mano nel corso del Security
Analyst Summit, la conferenza annuale di Kaspersky Las che si è tenuta a
febbraio a Cancun.

La ricerca che Kaspersky
Lab sta portando avanti con BioNyfiken non riguarda un prodotto ma piuttosto il
modo in cui gli esseri umani interagiscono con la tecnologia e la comprensione
della sua evoluzione. Kaspersky Lab, in questa fase, è soprattutto interessata
a capire i potenziali problemi relativi alla sicurezza e condividere ogni
scoperta con la comunità di bio-hacking. Il progetto di ricerca ha lo scopo di
esplorare le potenziali vulnerabilità di questi impianti e quelle degli stessi
esseri umani a cui è stata impiantata questa tecnologia, nelle situazioni di
vita quotidiana degli utenti.
I chip che generalmente
vengono utilizzati per questi progetti sono i Mifare Ultralight NFC da13,56 MHz
e possono essere impiegati per accedere ad un ambiente (ad esempio comandando
l’apertura delle porte di un ufficio), accedere ai propri dispositivi personali
e per lo sport, nonché memorizzare i dati del proprio biglietto da visita in
modo da consentire la rapida acquisizione da qualsiasi smartphone abilitato per
la NFC.
Il limite principale di
questi prodotti è la carenza di sviluppo dell’ecosistema di servizi che
riguardano l’impianto di chip: lettori vecchi, sistemi IT poco inflessibili, la
mancanza di applicazioni facili da usare. Ma questo sta cambiando rapidamente. Da
un punto di vista tecnico - la capacità di memorizzazione dei dati è molto
limitata e la velocità di trasferimento potrebbe essere più veloce
Come per molte
tecnologie, le possibilità sono teoricamente illimitate. Si possono ad esempio
immaginare sistemi per il fitness o il monitoraggio della salute o per
l’identificazione rapida per i mezzi di trasporto pubblici. Gli impianti non
possono invece servire per "controllare" qualcuno. L'impianto,
infatti, non si interfaccia con il corpo della persona in alcun modo. Anche il
monitoraggio della posizione di un individuo tramite il chip è davvero
difficile dato che gli impianti sono passivi e non trasmettono alcun segnale in
modo indipendente. Inoltre, poiché l'antenna del chip è piccola, si deve stare
a pochi centimetri per collegarsi.
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