Approvata in via definitiva alla Camera la norma che impone agli operatori
di telecomunicazioni di conservare i dati di traffico telefonico e telematico
per 6 anni. Il Garante Privacy è contrario. Unico caso nell'Ue. In Russia al
massimo per 3 anni.
Nel recepimento della direttiva europea sugli ascensori è stata inserita la
norma che favorisce la sicurezza nazionale a discapito della privacy di tutti i
cittadini, i cui dati (non le conversazioni) dei tabulati telefoni e del
traffico su internet devono essere conservati dagli operatori di
telecomunicazioni per 6 anni e non più per quattro. Il provvedimento è da oggi
legge con l’ok definitivo della Camera dei Deputati che ha approvato la cosiddetta
‘Legge Europea 2017’, nella quale è contenuta la direttiva sugli ascensori.
Nel dettaglio l’articolo 24 “fissa in settantadue mesi il termine di
conservazione dei dati di traffico telefonico e telematico, nonché dei dati
relativi alle chiamate senza risposta, al fine di garantire strumenti di
indagine efficaci a fronte delle straordinarie esigenze di contrasto al
fenomeno del terrorismo, anche internazionale”.
Il termine dei 72 mesi è stato introdotto con un emendamento presentato da
Walter Verini (PD) con questa motivazione: “Dalle audizioni parlamentari la
Procura nazionale antiterrorismo ha suggerito alla politica uno strumento
ulteriore per prevenire e contrastare il terrorismo, questo è proprio una
conservazione più a lungo termine dei dati del traffico telefonico e
telematico”.
La norma è un unicum nell’Unione europea nella quale non c’è un
provvedimento simile armonizzato per tutti i Paesi membri. Anche per questo
motivo ha espresso la sua contrarietà Antonello Soro, Garante Privacy. “Se la
minaccia di attacchi informatici è quotidiana diventa ancora più
incomprensibile la decisione di aumentare fino a 6 anni la Data Retention,
ignorando, non solo le sentenze della Corte di giustizia europea, ma anche il
buon senso”, ha detto Soro, il 24 ottobre scorso, durante il convegno Privacy
digitale e protezione dei dati personali tra persona e mercato svoltosi a
Firenze.
Il Garante ha motivato nel dettaglio la preoccupazione per la protezione
dei dati personali degli italiani: “Al giorno sono circa 5 miliardi i dati di
traffico telefonico e telematico conservati dagli operatori e dagli Internet
Service Provider e questa prassi di conservarli per 6 anni in modo indistinto
andrebbe nella direzione opposta di proteggere la privacy del nostro Paese e
dei cittadini”.
Infatti più a lungo saranno presenti i dati nei server degli operatori di
telecomunicazioni più aumenta il rischio di data breach (violazione dei dati
personali), oltre gli alti costi che dovranno sostenere gli operatori per
conservare, si spera in totale sicurezza, i dati numerici del nostro traffico
telefonico (solo le telefonate, comprese quelle senza risposta) e i dati di
navigazione su Internet.
Fonte: Key4biz
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