Una volta all'anno il medico competente ha l'obbligo di illustrare alle
figure aziendali della prevenzione: datore di lavoro, R.S.P.P., R.L.S. una
relazione sui risultati della sorveglianza sanitaria.
Art. 25, comma 1, lettera i) del Testo Unico:
il medico competente comunica per iscritto, in occasione delle riunioni di cui
all’articolo 35, al datore di lavoro, al responsabile del servizio di
prevenzione protezione dai rischi, ai rappresentanti dei lavoratori per la
sicurezza, i risultati anonimi collettivi della sorveglianza sanitaria
effettuata e fornisce indicazioni sul significato di detti risultati ai fini
della attuazione delle misure per la tutela della salute e della integrità
psico-fisica dei lavoratori. Sanzioni per il medico competente in caso di
inosservanza: sanzione amministrativa pecuniaria da 657,60 a 2.192,00 euro
[Art. 58, co. 1, lett. d)]
La legge ci dice che deve essere in forma scritta, che deve contenere i
dati della risultanza della sorveglianza sanitaria e che debbono essere date
delle indicazioni sul significato di questi dati. Tuttavia non ci dice, per una
volta e per fortuna, quali dati presentare. Pertanto ogni medico può,
discrezionalmente, presentare i dati che vuole. Si può esaurire con un
foglietto in cui inserire i numeri di visite effettuati, le idoneità, gli esami
effettuati oppure può essere l'occasione di illustrare "lo stato di salute
dell'azienda" sia in funzione dei rischi specifici che in termini
assoluti.
Occorre fornire al datore di lavoro, al R.L.S. ed al R.S.P.P. un quadro sia
generale che poi specifico in funzione del rischio della salute della propria
azienda in modo che, insieme, si possano poi impostare le strategie di
miglioramento, mirate e quindi più economiche. Questa raccolta di dati,
elaborazione e presentazione richiede tempo. Inutile dire che se un medico
esegue 20 visite in mezza giornata non può raccogliere questi dati in corso di
visita medica (ma forse non può nemmeno effettuare materialmente le visite).
Nelle aziende con più unità produttive e con più medici, dovrebbe essere il
medico coordinatore a concordare con i propri collaboratori quali dati
raccogliere nel corso degli anni in modo da avere un proprio data base, anonimo
e collettivo, sullo stato di salute delle diverse unità produttive. Sempre che
i medici coordinatori che ci sono in questo paese smettano di fare gli avvocati
aziendali e si dedichino alla medicina del lavoro.
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