I Ministri della salute
dei paesi OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) rendono
pubblica la nuova Raccomandazione sull'utilizzo dei dati sanitari effettuato da
soggetti pubblici e privati, ed hanno invitato gli Stati membri ad adottare un
sistema di regole comuni che consenta l'utilizzo e il riutilizzo dei dati
sanitari per fini di pubblico interesse nel pieno rispetto della privacy delle
persone.
La "Raccomandazione
sulla governance dei dati relativi alla salute" (Recommendation on Health
Data Governance) è stata adottata dal Consiglio dell'OCSE lo scorso 13 dicembre
2016, ma è stata resa pubblica solo dopo la sua approvazione da parte dei
Ministri competenti, nell'incontro della terza settimana di gennaio 2017 a
Parigi.
L'obiettivo del documento
è quello di offrire indicazioni utili a migliorare e rendere più efficiente il
sistema sanitario nei Paesi aderenti all'organizzazione, favorendo la creazione
di una piattaforma condivisa per la corretta gestione dei dati sanitari
trattati per la salute pubblica, per scopi statistici e di ricerca scientifica,
nonché per la fornitura dei servizi offerti.
L'OCSE ritiene che, se
ben implementate nei rispettivi Paesi, le indicazioni contribuiranno anche a
migliorare la qualità dell'assistenza sanitaria e, di conseguenza, a sviluppare
una società "in buona salute". Tali obiettivi dovranno però essere
perseguiti promuovendo e tutelando le libertà individuali e la protezione dei
dati personali, peraltro a carattere sensibile, di chi usufruisce dei servizi
sanitari.
Nella Raccomandazione
vengono quindi identificati otto principi fondamentali a tutela della privacy
che renderanno più semplice e sicura la cooperazione tra i Paesi OCSE. Tra di
essi: la definizione di standard comuni per il trattamento dei dati, la
necessità di informare correttamente gli utenti, la riduzione delle barriere
nello scambio delle informazioni sulla salute, il maggior coordinamento tra
settore pubblico e privato, l'adozione di adeguate misure a protezione delle
informazioni.
Alla stesura del
documento hanno partecipato istituzioni pubbliche e imprese private. Un
contributo significativo è stato offerto anche dal Garante italiano per la
protezione dei dati personali nel contesto del Gruppo di lavoro dell'OCSE su
sicurezza e privacy nell'ambiente digitale (WPSPDE), nell'ambito del quale
l'Autorità ricopre la carica di vice-presidente.
Fonte: Garante Privacy
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