Come abbiamo già visto, nella prima parte di questo articol, il Testo Unico
sulla salute e sicurezza dei lavoratori (D.Lgs. 81/2008) indica tra gli
obblighi del datore di lavoro quello di valutare “tutti i rischi per la
sicurezza e la salute dei lavoratori”, compresi quelli riguardanti “gruppi di
lavoratori esposti a rischi particolari” e quindi anche al rischio di danni da
calore. Nella prima parte abbiamo già mostrato alcuni aspetti inerenti alla
valutazione del rischio da colpo di calore, e concentriamoci ora sulle misure
di prevenzione da adottare in tali situazioni.
- variare l’orario di lavoro per sfruttare le ore meno calde, programmando
i lavori più pesanti
nelle ore più fresche;
- effettuare una rotazione nel turno fra i lavoratori esposti;
- programmare in modo che si lavori sempre nelle zone meno esposte al sole;
- evitare lavori isolati permettendo un reciproco controllo.
Il vestiario deve prevedere abiti leggeri traspiranti, di cotone, di colore chiaro; è
sbagliato lavorare a pelle nuda perché il sole può determinare ustioni e perché
la pelle nuda assorbe più calore. E’ importante anche un leggero copricapo che
permetta una sufficiente ombreggiatura.
Le pause in un luogo fresco sono assolutamente necessarie per permettere
all’organismo di
riprendersi. In alcune situazioni può essere necessario predisporre un
luogo adeguatamente attrezzato. La frequenza e durata di queste pause deve
esser valutata in rapporto al clima ma anche alla pesantezza del lavoro che si
sta svolgendo e all’utilizzo del vestiario tra cui devono essere considerati
anche i dispositivi di protezione individuale. Occorre sottolineare che tali
pause devono essere previste come misure di prevenzione da chi organizza il
lavoro ed i lavoratori devono essere invitati a rispettarle; esse non devono
essere lasciate alla libera decisione del lavoratore (per es.: quando ti senti
stanco ti puoi fermare). Infatti il corpo umano, mentre avverte la temperatura
esterna elevata e la fatica fisica, non è in grado di avvertire l’accumulo
interno di calore; questo può portare a situazioni di estrema gravità (colpo di
calore) senza che l’individuo se ne renda conto.
Rinfrescarsi bagnandosi con acqua fresca: è importante per disperdere il calore.
L’idratazione è un fattore è molto importante. E’ necessario bere per introdurre i
liquidi e i sali dispersi con la sudorazione: in condizioni di calore molto
elevato il nostro organismo può eliminare anche più di 1 litro di sudore ogni
ora che quindi deve essere reintegrato. Bere poco è pericoloso, perché il
calore viene eliminato attraverso il sudore e la mancata reintroduzione di
liquidi e sali può portare all’esaurimento della sudorazione e favorire quindi
il colpo di calore. È consigliabile quindi bere bevande che contengono Sali
minerali (integratori).
Non si devono assolutamente bere alcolici per due motivi:
1) perché si aggiungono calorie;
2) perché l’alcol disidrata, cioè sottrae acqua dai tessuti. E’ consigliato
inoltre evitare il fumo di
tabacco.
L’alimentazione deve essere povera di grassi, ricca di zuccheri e sali minerali: Preferire
pasti leggeri, facili da digerire, privilegiando la pasta, la frutta e la
verdura e limitando carni e insaccati.
L’informazione dei lavoratori sui possibili problemi di salute causati dal calore è fondamentale perché possano riconoscerli
e difendersi, senza sottovalutare il rischio. La patologia da calore può
infatti evolvere rapidamente e i segni iniziali possono non essere facilmente
riconosciuti dal soggetto e dai compagni di lavoro.
La sorveglianza sanitaria è infine è molto importante
perché il medico del lavoro aziendale, valutando lo stato di salute dei
lavoratori, può fornire indicazioni indispensabili per prevenire il rischio da
colpo di calore in relazione alle caratteristiche individuali di ciascun
lavoratore. La presenza di alcune malattie come le cardiopatie, malattie
renali, diabete, obesità possono ridurre anche drasticamente la resistenza
dell’individuo all’esposizione a calore; l’esposizione a calore inoltre aumenta
il rischio di aggravamento della malattia di cui si soffre. Il medico
competente dell’azienda con il giudizio di idoneità al lavoro dà indicazioni al
lavoratore e al datore di lavoro sulle possibilità di poter sostenere
l’esposizione a calore; di conseguenza i lavoratori con specifiche indicazioni
nel giudizio di idoneità dovranno essere impiegati in attività più leggere e
con maggiori pause.
LA SINTOMATOLOGIA DA CALORE E IL SOCCORSO
La "patologia da calore" può evolvere rapidamente, i primi
segnali di pericolo di colpo di calore possono essere poco evidenti e
insidiosi: riconoscerli ed effettuare una diagnosi precoce può salvare la vita. Pensare che
l'idratazione prevenga il colpo di calore è un errore. La verità è che
idratarsi è importante ma non è sufficiente per prevenire il malore. I segni
premonitori di un iniziale colpo di calore possono includere: irritabilità,
confusione, aggressività, instabilità emotiva, irrazionalità e un compagno
potrebbe notare perdita di lucidità. Vertigini, affaticamento eccessivo e
vomito possono essere ulteriori sintomi. Tremori e pelle d'oca segnalano una
riduzione della circolazione cutanea, predisponendo ad un veloce aumento della
temperatura. Spesso il soggetto comincia a iperventilare (come fanno i cani)
per ridurre il calore; questo può causare formicolio alle dita come preludio
del collasso. Incoordinazione e mancanza d'equilibrio sono segni successivi,
seguiti dal collasso con perdita di conoscenza e/o coma. In fase di collasso la
temperatura corporea può raggiungere o superare i 42,2°C.
COSA FARE:
Chiamare subito un incaricato di Primo Soccorso e Chiamare il 118;
Posizionare il lavoratore all'ombra e al fresco, sdraiato in caso di
vertigini, sul fianco in caso di nausea, mantenendo la persona in assoluto
riposo; slacciare o togliere gli abiti;
Raffreddare la cute con spugnature di acqua fresca in particolare
su fronte, nuca ed estremità.
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