lunedì 2 novembre 2015

Patologie muscolo-scheletriche lavoro-correlate degli arti superiori



I dati di un’indagine, condotta nel 2005 e 2010 sulle condizioni di salute dei lavoratori europei, evidenziano che tra i problemi di salute, riferiti al lavoro, sono molto frequenti il mal di schiena (24,7%) e i dolori arto-muscolari agli arti (22,8%). E in Italia ben il 65% dei lavoratori svolge compiti con movimenti ripetitivi degli arti superiori per almeno il 25% del tempo di lavoro (il 33% in modo permanente).

Con riferimento a questi dati è evidente quanto sia importante continuamente rinnovare e migliorare le strategie di prevenzione delle patologie muscolo-scheletriche lavoro-correlate degli arti superiori. Ed è proprio con questo spirito che recentemente la  Regione Lombardia ha approvato con il Decreto n. 7661 del 23 settembre 2015 un aggiornamento di un precedente decreto/documento sul tema, il  decreto regionale n. 3958 del 22 settembre 2009.

Il decreto regionale 7661/2015 ha per oggetto le “Linee Guida Regionali per la prevenzione delle patologie muscolo scheletriche connesse con movimenti e sforzi ripetuti degli arti superiori - Aggiornamento Decreto Direttore Generale Sanità n. 3958 del 22/04/2009”. Linee guida che vogliono essere uno strumento adeguato al conseguimento degli obiettivi fissati dal Piano Regionale 2014-2018 e un valido riferimento per la “definizione di un percorso per la prevenzione e l’emersione di patologie muscolo-scheletriche lavoro-correlate degli arti superiori” basato su conoscenze ed esperienze ormai consolidate.

Il documento indica che nel presente contesto “va sottolineato come siano di specifico interesse i fattori di rischio lavorativo che determinano un sovraccarico biomeccanico degli arti superiori. Questi sono rappresentati, in relazione alla rispettiva durata di esposizione, da: ripetitività (alta frequenza) dei gesti, uso di forza, posture incongrue dei diversi segmenti degli arti superiori, carenza di adeguati periodi di recupero.

A questi principali determinanti di rischio se ne possono aggiungere altri, sempre di natura lavorativa (sia fisico-meccanici che di tipo organizzativo) che usualmente vengono raggruppati nella famiglia dei cosiddetti fattori complementari”.

Questi i principali fattori causali:

- lavorativi: “movimenti ripetitivi, alta frequenza e velocità, uso di forza, posizioni incongrue, compressioni di strutture anatomiche, recupero insufficiente, vibrazioni, disergonomie degli strumenti, uso di guanti, esposizione a freddo, lavoro a cottimo, parcellizzazione lavoro, inesperienza lavorativa; 

- extralavorativi: sesso, età, traumi e fratture, patologie croniche, stato ormonale, attività tempo libero, struttura antropometrica, condizione psicologica”.

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