giovedì 10 luglio 2014

Ramadan e sicurezza sul lavoro

Il ramadan è la pratica religiosa della durata di un mese che quest’anno terminerà il 27 luglio e che obbliga i fedeli musulmani di digiunare dall’alba al tramonto. La prescrizione per la precisione comprende l’astensione, in questa fascia oraria, dal bere, mangiare, fumare e dal praticare attività sessuali.

 Il digiuno (sawm) durante tale mese costituisce il quarto dei Cinque pilastri dell'Islam e chi ne negasse l'obbligatorietà sarebbe kāfir, colpevole cioè di empietà massima e dirimente dalla condizione di musulmano. Lo scopo del devoto è infatti quello di purificarsi da tutto quello che di materiale esiste nel mondo corrotto e corruttibile, dal momento che ogni ingestione gradevole è considerata corruzione del corpo e dell'anima.

Chi è impossibilitato a digiunare (perché malato o in viaggio) può anche essere sollevato dal precetto, ma appena possibile, dovrà recuperare i giorni del mese in cui non ha digiunato successivamente. In alcuni paesi a maggioranza islamica il mancato rispetto del digiuno nei luoghi pubblici è sanzionato penalmente in quanto urta la morale comune, tuttavia nella sfera privata non sussiste alcun obbligo e non tutti i musulmani che vivono e lavorano all’estero rispettano questa prescrizione.

Da qualche anno tra l’altro il ramadan che corrisponde al nono mese dell'anno islamico, fatto da mesi lunari di durata diversa dai nostri, coincide col periodo dell’anno più caldo e con la maggiore durata dell’intervallo di tempo che intercorre tra l’alba ed il tramonto, pertanto l’impossibilità data dalla religione di bere e mangiare può causare problemi di disidratazione, ipoglicemia sino ad arrivare alla perdita di coscienza.

In Italia ci sono 700mila lavoratori musulmani ed il loro lavoro è scansionato anche in base alle pause fatte per concedere tempo per pregare. Per i lavoratori musulmani nel nostro paese che si astengono dal bere e mangiare dall’alba al tramonto, quindi ci possono essere maggiori rischi per gli incidenti sul lavoro. Ecco perché in molte regioni dove sono presenti lavoratori musulmani sono stati previsti piani di lavoro che tengono conto di tale situazione.

In Umbria ad esempio, la direzione territoriale dell’Inail di Perugia e Terni informa sulla sicurezza sul lavoro. Si prevedono pause dando bevande idrosaline. Anche in questo caso i mediatori culturali possono aiutare nella gestione del rapporto tra lavoro e digiuno. In provincia di Treviso la Cgil ha informato sui lavoratori immigrati.

I datori di lavoro dovranno verificare quando i dipendenti seguono il ramadan e comunicarlo al medico. I carichi di lavoro dovranno essere distribuiti in base anche al ramadan. I lavoratori stranieri infatti solitamente lavorano principalmente alle attività manuali, edilizia, industria pesante, agricoltura e per tanto sono più suscettibili in tale periodo dell’anno ad di infortuni sul lavoro.

Per saperne di più visitate il sito: www.ergon.palermo.it

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